Il Dipartimento Storico "DUE SICILIE”, nato in seno all'Ass. Culturale "Esperide",
si prefigge una rivisitazione del grande patrimonio storico-culturale del Mezzogiorno d'Italia.
Un viaggio alla riscoperta della memoria dal 1130 al 1860, con particolare interesse al periodo florido
che vede la Real Casa di Borbone sul trono delle Due Sicilie.

COMUNICAZIONI

Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2011/12. La quota associativa è di €20,00. Ad ogni iscritto sarà consegnato il libro "Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano. I soci, si riuniscono ogni primo Martedì del mese (h: 18,00), decidendo in quella sede incontri straordinari.

mercoledì 4 novembre 2009



La nascita del Dipartimento Studi Storici “ Due Sicilie “, ubicato al Corso Vitt. Emanuele II n° 448, Napoli, si costituisce quale sezione dell’Associazione Culturale Esperide, sita al già citato indirizzo e vuole essere un’altra luce che si desidera accendere per rischiarare - con tutto l’impegno possibile e lungi da ogni presunzione - il periodo storico che ha visto regnare la Real Casa di Borbone sul Regno delle Due Sicilie, quali sintesi di un lungo cammino che il meridione ha compiuto nel corso di sette secoli: dai Normanni ai Borbone. Una storia che ben si legge (fatta eccezione per i Normanni) nello stesso stemma araldico della Real Casa.
Con la capitolazione di Gaeta, siglata in quel gelido inverno del 1861 e precisamente il 13 febbraio, sul Sud una cappa di gelo è andata vieppiù estendendosi nel corso del tempo.
Quella che era una delle più floride e importanti Capitali d’Europa – Napoli - cominciava il suo progressivo decadimento e con essa le condizioni della popolazione dell’allora Regno delle Due Sicilie: con la sua più che promettente e riconosciuta economia in espansione e un tessuto sociale forte delle proprie tradizioni e della propria cultura che rendevano coeso tutto il territorio.
( Esposizione Universale di Parigi del 1857 )
Oggi, finalmente, assistiamo ad una revisione critica e storicamente provata non ancora esauritasi, sul periodo Risorgimentale, che sempre più evidenzia il suo limite quale: ideale di una rinascita della nazione italiana attraverso la conquista dell'unità nazionale per lungo tempo perduta. Fu una guerra di conquista. Fu una proditoria invasione di un Regno pacifico e laborioso, il cui torto forse, fu quello di voler vivere in pace con tutti, garantendo quanto meglio possibile, la prosperità del popolo.
Fu, come scrisse lo scrittore Carlo Alianello: la conquista del Sud. La spoliazione di un Regno. La sua riduzione a mera colonia.
Esiste una ricca e comprovata letteratura sull’argomento e molti sono i libri, i testi e i documenti inconfutabili. Si moltiplicano iniziative, commemorazioni e quant’altro a testimonianza e conforto (come ebbe a scrivere lo scrittore e giurista latino Aulo Gellio) che la verità è figlia del tempo. “Veritas filia temporis ”.
Poiché la verità non può essere taciuta e verosimilmente, oggi sono maturi i tempi affinchè come sempre - essa possa brillare per illuminare e fugare la notte della menzogna e dell’infamia una volta per tutte - abbiamo deciso di dare una svolta alle cose e scendere, pur nel nostro piccolo, in campo.
Non già come nostalgici ma, come è giusto che facciano quelli che sono “di famiglia”, ossia quelli che hanno conservato nella memoria dei racconti tramandati e nel cuore, la verità degli accadimenti e quindi la fedeltà più vera e sincera alla causa Meridionale, con uno sguardo vasto, che vuole spaziare su sette secoli di storia.
Occorre, tuttavia aggiungere che la perdita di un Trono certamente non avviene per caso: sono stati commessi errori, omissioni, incapacità di capire e valutare le dinamiche sociopolitiche ed internazionali del tempo, alla fine rivelatisi esiziali per la vita del Regno delle Due Sicilie.
Vedi ◊ ( www.duesicilie.org/spip.php?article455 )
E sempre parlando di sguardi, vediamo anche una frastagliata galassia duosiciliana, simbolo di fermento e rinascita di ideali tesa alla riappropriazione della propria identità culturale, etnica, sociale; seppure non scevra anche da una certa confusione.
C’è, infatti, non poca confusione o, quanto meno, una rinnovata disputa (in primis) ai “ vertici “, che andrebbe chiarita per non fomentare disorientamento. Ci riferiamo all’Editto di Cannes, e – sia chiaro – senza entrare nel merito.
Vedi◊(Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - Storia ...www.constantinianorder.org/index.php?); (www.realcasadiborbone.it/ita/ordcost/ord_rc_02.htm ). (I NOSTRI AVI • Leggi argomento - Alfonso Marini Dettina→ www.iagiforum.info/viewtopic.php?t=159 )
(www.araldicanobiliecavalieri.com/download/articoli/ART17.pdf); (www.cnicg.net/pdf/gmcostant.pdf ) .
Così come, si appalesa una certa frammentazione nel variegato mondo associazionistico duosiciliano dove, se pur vero che nella diversità c’è ricchezza e pur vero che tale diversità, per motivi facilmente intuibili dovrà convergere - nell’interesse del nostro meridione - come gli affluenti di un fiume: se autenticamente animata da sincero spirito “ patriottico “. L’unità di un popolo sa trasformare l’argilla in oro. (aforisma cinese)
Questo è il percorso che – in fede – abbiamo quindi scelto e che, seppur tra qualche battuta d’arresto, qualche delusione, incertezze, attese e speranze, da un po’ percorriamo con alcune belle realtà associazionistiche duosiciliane. Il tempo, se rimarranno le premesse e davvero non c’è motivo di dubitarne, siamo certi, porterà frutti di bene, a tempo debito. Ci si incontra, si parla, si discute, proponiamo e fattivamente progettiamo ma, la cosa più importante di tutte è che stiamo bene insieme e sperimentiamo la reciproca fiducia.
Altresì, non ci entusiasmano quei movimenti che si accreditano patenti di legittimità, di autenticità, di rappresentanza di taglio autoreferenziale, e quant’altro di simile, che null’altro sono se non espressioni di egoismo ed egocentrismo che non giovano certo alla causa. “Una vera unità non può mai essere fondata su relazioni che neghino l'uguale dignità delle altre persone”. (Papa Benedetto XVI)
Chi ricorda il Poemetto satirico di Giacomo Leopardi: I Paralipomeni della Batracomiomachia? Bene, quei tempi sono finiti. Vogliamo, con questa breve, più che farci identificare (l’identità è un valore ma, certo non passeremo alla storia, ne è nostro intento), incoraggiare i meridionali che ci onoreranno di averci letto e frequentato, a rompere ogni timidezza, indugio, perplessità così da riappropriarsi del proprio destino, riprendere con vigore e slancio la via di una rinnovata speranza e fiducia per se e per i propri cari affinchè, il Nostro meraviglioso Sud – lì dove il sole ha forgiato la civiltà – ritorni ad essere quel faro di civiltà e progresso che la sua gente merita di vivere.

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