Il Dipartimento Storico "DUE SICILIE”, nato in seno all'Ass. Culturale "Esperide",
si prefigge una rivisitazione del grande patrimonio storico-culturale del Mezzogiorno d'Italia.
Un viaggio alla riscoperta della memoria dal 1130 al 1860, con particolare interesse al periodo florido
che vede la Real Casa di Borbone sul trono delle Due Sicilie.

COMUNICAZIONI

Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2011/12. La quota associativa è di €20,00. Ad ogni iscritto sarà consegnato il libro "Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano. I soci, si riuniscono ogni primo Martedì del mese (h: 18,00), decidendo in quella sede incontri straordinari.

domenica 28 novembre 2010

AL TEMPO DEI BORBONE? NAPOLI ERA PULITISSIMA!

Oggi si parla tanto di spazzatura, di riciclare i rifiuti, ma uno dei tanti primati che abbiamo avuto a sud, prima dell'unità italiana è stato anche quello della raccolta differenziata. L'argomento lo affrontò, già qualche anno fa il quindicinale "Panorama", con l'articolo: "NAPOLI PULITISSIMA (era il 1832)" del 07/02/2008, dove si riporta l'editto di Ferdinando II Re delle Due Sicilie del 03/05/1832 Regio Decreto n. 21 emesso da "Gennaro Piscopo" Prefetto di Napoli, un ordinanza dove si obbligava la popolazione a raccogliere separatamente i rifiuti. ordinò quanto segue: «Tutt’i possessori, o fittuarj di case, di botteghe, di giardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avranno l’obbligo di far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della rispettiva abitazione, bottega, cortile, e per lo sporto non minore di palmi dieci di stanza dal muro, o dal posto rispettivo». Il prefetto diede disposizioni in merito alla differenziazione dei rifiuti aggiungendo che «questo spazzamento dovrà essere eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondezze al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro che si troveranno, riponendoli in un cumulo a parte». Le “immondezze” dovevano essere prelevate nelle ore mattutine e trasportate fuori città «ne’ siti che verranno destinati». Piscopo presentò un documento in dodici articoli che descrivevano le modalità della raccolta e le relative responsabilità e sanzioni. La pena era severa e poteva arrivare persino alla detenzione. Era tutta la questione igienica ad essere trattata; vigeva dunque il divieto di gettare a qualsiasi ora dai balconi «alcun materiale di qualunque siasi natura», comprese «le acque servite per i bagni». Fa specie e non poco che era assolutamente vietato «lavare o di spandere panni lungo le strade abitate». Come si legge, le autorità si ponevano il problema della spazzatura, obbligando la popolazione alla raccolta differenziata, in particolare quella del vetro. Insomma, durante il periodo borbonico si faceva già un'importante riflessione sul problema dell’accumulo di immondizia, e come evitare di far confluire i rifiuti in un unica discarica. Val la pena ricordare che anche Goethe, nel suo viaggio in Italia, aveva avuto modo di ammirare già nel 1787 il riciclo degli alimenti in eccesso che si attuava tra Napoli e le campagne tutt’intorno. Di tale evento se ne sono occupati divulgandolo, “in primis” , i movimenti Duosiciliani in risposta ai pesanti e offensivi attacchi antinapoletani provenienti dai “fratelli” del nord e successivamente, quotidiani e settimanali nazionali ne hanno riportato la notizia a fronte di articoli dedicati alla difficile situazione della rimozione della spazzatura nel napoletano. Non solo a noi è toccato il per nulla invidiabile primato di pagare la TARSU più cara d’Italia per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per quanto di essere additati all’Europa e al mondo come una sorta di incivili atavici senza speranza. Al danno… anche la beffa. Ora che la trasmissione di Rai 3 “Vieni via con me”, grazie a Roberto Saviano ha fatto chiarezza una volta e per tutte sul problema, si è capito che da noi non si riesce a scaricare perché le ecomafie, la malapolitica e il malaffare hanno fatto da veicolo ai veleni tossici e altre simili ”amenità”, provenienti dalle lavorazioni dei nostri ‘compatrioti’ settentrionali: che per anni sono stati scaricati ovunque, in quella che i Romani definirono Campania Felix, con grave nocumento per la salute, il territorio e l’economia del napoletano.Ci è sembrato doveroso associare il nostro sentire – repetita juvant – a quanto già riportato da altri siti Web e pubblicazioni Duosiciliane, affinchè si creasse un’ulteriore opportunità di lettura, per la divulgazione della verità. Per questa ed altre similitudini di malgoverno che rendono Napoli una città dolente, la speranza è che quanto prima si coaguli un grande movimento unito Identitario che: forte della propria tradizione, della propria cultura e della propria millenaria storia di popolo, riprenda in mano il suo destino e il governo della sua gente.


http://www.facebook.com/album.php?aid=28275&id=156228344419588

http://www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=35975

http://oltrelostretto.blogsicilia.it/era-il-1787-quando-goethe-ammirava-il-riciclaggio-di-rifiuti-a-napoli/12570/






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