Il Dipartimento Storico "DUE SICILIE”, nato in seno all'Ass. Culturale "Esperide",
si prefigge una rivisitazione del grande patrimonio storico-culturale del Mezzogiorno d'Italia.
Un viaggio alla riscoperta della memoria dal 1130 al 1860, con particolare interesse al periodo florido
che vede la Real Casa di Borbone sul trono delle Due Sicilie.

COMUNICAZIONI

Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2011/12. La quota associativa è di €20,00. Ad ogni iscritto sarà consegnato il libro "Savoia e il massacro del Sud" di Antonio Ciano. I soci, si riuniscono ogni primo Martedì del mese (h: 18,00), decidendo in quella sede incontri straordinari.

giovedì 3 luglio 2008

Ferdinando II Re d'Italia


Ferdinando II, un sovrano passato alla storia come un Re freddo al richiamo del principio di unità italiana. Quanto c'è di vero nelle vicende che ci insegnano a scuola; Infatti, il Re duosiciliano, era stato sollecitato ad accettare la presidenza di una Lega degli Stati Italiani e nel 1831 i "liberali" italiani, riunitisi in congresso a Bologna, offrirono la Corona d’Italia al Re delle Due Sicilie riconoscendolo come il sovrano italiano più aperto ai loro ideali. L’anno successivo, nel 1832, Ferdinando II propose un accordo al re di Sardegna allo scopo di abolire ogni influenza straniera sul territorio italiano; il governo piemontese rifiutò e per Vienna questa proposta fu interpretata come anti-austriaca, anche perché i Savoia aveva stipulato con l’Austria un trattato difensivo verso possibili minacce francesi. Ferdinando II ci riprovò l’anno seguente, tramite il proprio ambasciato­re a Roma, dove invitava il Papa Gregorio XVI a farsi promotore di una Lega fra i vari governi italiani, ma ancora una volta ebbe un rifiuto; Attilio Bandiera, scrisse in una lettera a Ferdinando II. che nonostante fosse di fede repubblicana, era disposto a seguirlo nel caso ambisse a diventare il primo sovrano costituzionale di tutta l’Italia. Però, il desiderio di Re Ferdinando era quello di formare uno stato federale e non muovere un esercito per una guerra fratricida. Cosa che ripeterà anche in punto di morte. Fu una vera e propria incitazione ad un impegno politico-militare per la conquista degli altri stati in nome dell’unità italiana. Ferdinando non accettò, non aveva alcuna ambizione conquistatrice e praticava la pace tra i regni italiani senza offenderne la felicità e i diritti, soprattutto per lo Stato Pontificio, a cui era profondamente legato.

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